an Kernowek/Kernewek
Pobel ver in weth ny a ve,
oos an Bretennyow in tyr ma teg.
Prydythyow a gana aga hanow coth
y thesa materneth, arluthy, haga marogyon,
ha breselaryon Keltek bras oberys ha cref
gans gota grohan, haga hletha po gwarrak
ha lavrak gwyn palys gans grohyn thu.
Pan alsa Bretten sevall vhell ha gwer
the leverell y bredyryow hay whans y honen
in tavas Brethonek y honen the gows
clowys in pow ma kyns myll vlethan ha moy
hag in forth Keltek stella clowys in pow
"Coweth, ow hothman haw goos ow honen",
po matern, po gwycor, poscader, po tyak,
den whel vyth mas oll par ha frank.
Ha perth cof an tew arell, bys mar goth
oos an grumbla goth han hendresa Keltek
an bys arell ma pub den oll a worthya per tha
na veva pub tra oll bew gwellez dre lagas,
an oos kyns the thos an Sowsen then pow.
Rowlyys gans dorn ancuth
myl vlethan ha moy
in deweth y ma gillis
pan eze kellys agan pow
esperans the vos frank
ha Brethonek arta.
Na predyr na moy, na moy in y gever.
Kell tha thewhan rag tyrmynnyow gillis.
Kemer gwedran ha lenow hy lene
gans gwyn roos ha wheg, lowena the thry.
Po downs gans an mosy jurna ha nose;
wherth gans cowetha in gwaryow an lvk.
Kene cusk, cusk heb hendresa vyth,
ow crewetha in crys in dewvreh the gerensa.
Mas whath an hendres han golon Gernowek
a dreg inna ve hag a gry them in cosoleth.
Pandr' yllaf ve gull rag an dythyow na gwell.
Me a vyn clappya eyth ow hendasow whath
ha gwytha barha ve an heynes Brethonek coth,
nena lef Kernow a clowir whath in bys.
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LA VOCE DELLA CORNOVAGLIA
Una volta eravamo anche noi una grande nazione
al tempo in cui i Britanni abitavano in questa bella terra.
I Bardi cantavano le loro antiche canzoni.
I Re c'erano, i nobili con i loro cavalieri,
come pure i guerieri celtici coraggiosi e forti
con le loro giubbe di pelle, e la spada o l'arco,
e calzoni chiari ornati con striscie di pelle nera;
quando il Britanno poteva star ritto e forte
ad esprimere i propri pensieri e desideri
nella lingua britannica, tutta sua,
parlata nel suo paese per piu' d'un milennio
e udita qui da sempre nel suo modo celtico
"amico mio, mio pari e della mia stessa stirpe",
sia re che mercante, pescatore o contadino,
mai servo; tutti uguali e liberi.
E non dimenticare quest'altra, un mondo cosi' antico:
l'era delle tombe degli avoli e dei sogni celtici.
Quest'altro mondo che ognuno conosceva cosi' bene:
non tutto cio' che appartiene alla vita vien visto con gli occhi,
l'era che precede l'arrivo dell'Inglesi in questa terra.
Dominati da mano straniera
da mille anni o piu',
da quando abbiam perduto la terra
alla fine se n'e' andata anche
la speranza di essere liberi
e di essere ancora una volta britannichi.
Non pensarci piu', non piu'.
Cela il tuo dolore per i tempi passati.
Prendi un boccale e riempilo fino all'orlo
di vino rosso e dolce, per essere felice.
O va a danzare con le fanciulle notte e giorno;
va a ridere con i tuoi amici col gioco d'azzardo;
oppure dormi, dormi senza sognare,
disteso in pace fra le braccia del tuo amore.
Ma il sogno e il cuore cornico
vivono ancora in me e mi chiamano nel silenzio.
Cosa posso fare per quei tempi migliori?
Ancora una volta parlero' la lingua degli antinati
e al mio fianco manterro' le antiche tradizioni britanniche:
poi, nel mondo, si sentira' ancora la voce della Cornovaglia.
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